mercoledì 25 settembre 2013

Urla.

Ieri sera ho urlato contro mio fratello con tutte le mie forze fino ad aver male alla gola e poi mi sono chiusa in camera e mi sono rannicchiata per terra a piangere per ore. In realtà non ho urlato contro di lui, ma contro qualcosa come la venticinquesima abbuffata di questo mese, contro le mie cosce, la mia pancia e le mie braccia che si riempiono di grasso, contro il mio stomaco dilatato che non ne può più, contro i miei genitori che credono ancora che io non mangi quasi, contro il 50 che ho rivisto oggi pomeriggio sulla bilancia dopo che avevo giurato a me stessa che non sarei mai più tornata a pesare così tanto. E contro di me che vedo tutto questo e ogni giorno la mia soluzione sono pacchi di biscotti, pane, gelato, merendine. Ripenso a com'era fino a qualche mese fa, a quanto ero brava: avevo il controllo. Potevo dire di no alla cosa più buona del mondo per rimanere nelle calorie del giorno, 50 calorie in più mi sembravano un'enormità. Non ero felice neanche allora, pregavo dentro di me che qualcuno mi liberasse, mi estraniavo dal mondo persa nella mia ossessione, ma almeno facevo tutto quello che potevo per assomigliare alla ragazza che volevo essere. Avevo fame, ero stanca, ma il peso scendeva. Ora non sono più capace di quello, non sono capace di niente a parte di diventare ancora più grassa.
E la mia vita non è solo quello, ho la scuola, ma sto troppo male per pensare a studiare. L'anno scorso sono stata la migliore della classe nonostante certe mattine non avessi la forza di alzarmi.
Devo iniziare a studiare per la patente, devo mantenere un rapporto decente con le mie compagne di classe, devo vedere F.
Per me è tutto un'ennesima pressione, un ennesimo dovere, mentre vorrei solo mangiare e mangiare. Sì, perché io odio abbuffarmi, ma allo stesso tempo sento che ne ho bisogno. E finché non mi libero da questa mentalità dipendente qua non ne esco più.





martedì 17 settembre 2013

Riprova, sarai più fortunato (?)

Di nuovo, di nuovo, ho resistito solo 3 giorni e poi sono crollata, sono 3 giorni che non faccio altro che mangiare, disperarmi perché ho mangiato troppo, mangiare ancora di più. Mi rialzerò, lo prometto. Ma non oggi.

domenica 15 settembre 2013

50 day binge-free challenge #3

What do you define as a binge?

Un binge parte con una sensazione ben precisa che ho imparato a riconoscere, un impulso irrefrenabile che mi spinge a ingozzarmi di qualunque cosa più o meno commestibile, così in fretta da non sentire neanche il sapore di quello che mangio, desiderando un altro boccone mentre ho ancora in bocca quello precedente. Perché voglio solo riempire il vuoto che sento dentro e penso di farlo così, con pacchi di biscotti, pizze e piadine intere, filoni di pane e tavolette di cioccolato.


Ho fatto una mezza abbuffata a dirla tutta, 2 pacchetti di cracker con il formaggio e poi ho attaccato la vaschetta di gelato, ma quando ho visto che le cose iniziavano a precipitare l'ho richiusa e rimessa nel frigo. Poi non avevo neanche cenato perché ero a casa da sola, per cui non sono certo in regime da dieta ma un binge vero e proprio per me è un'altra cosa, migliaia di calorie e ieri non l'ho fatto. La sfida continua.
Ah, il motivo dell'abbuffata: i miei capelli. Prima di tutto questo avevo capelli sani, forti, folti e belli grossi. Mi dicevano sempre che belli, quanto vorrei averne così tanti anch'io e cose del genere. Li ho ridotti da far pietà, secchi, finissimi, ne ho persi più della metà e continuo a perderne ancora. E' stato traumatico quando ho iniziato a considerare qualcosa che non fosse il mio dimagrimento e mi sono resa conto di quanto fosse vuota la mia testa. Così ieri sono andata a tagliarli, li avevo lunghi fino al seno e mossi. Avevo chiesto alla parrucchiera che me li tagliasse fino all'attaccatura del braccio e mi sono ritrovata con un caschetto: potete immaginare come mi sono sentita. La sera dovevo vedermi con i miei amici e F. e stavo per piangere quando i primi commenti sono stati tutti sul tipo "Ma che disastro hai fatto ai capelli?" e peggio ancora i falsissimi "Dai, non stai così male!". La cosa peggiore di tutte è stato F. che quando mi ha visto mi ha detto chiaramente che non sto bene e stavo molto meglio prima. Dopo, vedendo quanto ci ero rimasta male, B. che diceva invece che le piaceva molto il nuovo taglio, sperando che non me ne accorgessi ha iniziato a spingere altri miei conoscenti a venirmi a dire che stavo benissimo, e passato lo choc iniziale sono stati tutti un po' più gentili. E poi F. mi ha detto che sono lo stesso bellissima e non devo essere triste per questo. So che è una cosa stupida da dire ma sono talmente schiava della mia ossessione di perfezione che mi aspettavo quasi che nessuno avrebbe più voluto avere a che fare con me in quello stato, che i miei amici non mi avrebbero più parlato e addirittura F. non ne avrebbe più voluto sapere di me. E' ridicolo pensare una cosa del genere, me ne rendo conto benissimo, non è certo su un taglio più o meno riuscito che si basano i rapporti, ma questo mi fa capire quanto io sia insicura e troppo preoccupata del giudizio altrui.
Comunque lasciando perdere quanto può essere bella questa donna e che io non le assomiglio affatto il taglio è più o meno questo:





venerdì 13 settembre 2013

50 day binge-free challenge #2

Post a recent picture of yourself! Don’t body-shame, name two things you like about yourself in this picture.

Sto usando ancora un vecchio cellulare da quando mi hanno rubato l'altro per cui non riesco a caricare le foto. Odio praticamente tutto di me, se proprio devo salvare qualcosa sarebbe il seno, che è abbastanza abbondante e poi boh i fianchi forse, perché per molte donne è il punto dove si concentra il grasso invece io ho altri punti deboli!
Comunque per compensare la foto mancante condividerò con voi qualcosa che considero molto intimo: il mio peso. Odio quando me lo chiedono, la mia scusa preferita è "Boh, non mi peso da una vita". Come no.
A voi invece dirò che al momento peso 48.5 kg, sono 164 cm, nella mia vita ho oscillato tra un massimo di 56 kg a un minimo, qualche mese fa di 44. Quando ho cominciato la dieta volevo arrivare a 45, li ho raggiunti  ma non mi piacevo, in numeri mi sembrava giusto ma allo specchio ancora non mi piacevo. Ho puntato i 43 ed è stato l'inizio della disfatta, sono crollata, ho ripreso chili su chili e di quel periodo mi sono rimaste solo una serie di devastazioni a livello fisico: smagliature, disturbi di digestione, ciclo tornato solo a furia di medicinali, metà dei capelli persi (è il mio incubo). E la cosa che più mi fa star male è che mi sono rovinata e non ero nemmeno tanto magra.

giovedì 12 settembre 2013

50 day binge-free challenge #1

Why are you doing the 50 day binge free challenge?
Perché non voglio mai più provare la sensazione di non avere controllo, di non riuscire a fermarmi.  Non voglio mai più trovarmi in mezzo a pacchetti e barattoli vuoti, la pancia così gonfia che sembra esplodere, le lacrime agli occhi per come ancora una volta ho deluso ogni aspettativa. Perché sono stanca di essere ogni giorno più triste, grassa e fallita e cerco disperatamente un modo per uscirne. Perché non voglio più fare del male a me stessa.


mercoledì 11 settembre 2013

Primo incontro.

Ieri primo appuntamento con la psicologa. Me l'avevano detto che si può rimanere un po' spiazzati all'inizio ma non ci avevo dato molto peso, disposta a tutto pur di uscire da questo maledetto problema. In pratica mi ha fatto delle domande per conoscere i miei trascorsi e io raccontavo, inspiegabilmente mi sono sempre trovata meglio a confidarmi con gli sconosciuti, sarà perché temo meno il loro giudizio. Solo che man mano che parlavo lei ribatteva e praticamente a ogni cosa che dicevo di avere fatto mi chiedeva perché invece non avessi agito nel modo opposto, dimostrandomi che in ogni caso sarebbe stato fattibilissimo e del tutto ragionevole. Io sono una persona estremamente influenzabile, pochissimo abituata a veder contestare le sue scelte e sempre pronta ad ammettere che hanno ragione gli altri per cui mi ha praticamente portata a dubitare di ogni azione della mia vita. L'ho capito che il suo era un modo per farmi riflettere, alla fine mi ha anche detto che non si permetterebbe mai di dare un giudizio però è stata lo stesso una sensazione strana. Ovviamente non lascerò perdere, la vedo come la mia unica possibilità al momento.
Mi ha chiesto se da quando c'è F. le cose vanno meglio, da quando esco con lui invece ho scoperto che mi abbuffo non solo quando sono troppo triste o nervosa ma anchequando sono troppo contenta. I 3 etti di gelato e più che altrettanti di pane di ieri notte quando sono tornata a casa ne sono testimoni.





venerdì 6 settembre 2013

You can't fix a broken glass.

Comincio da due belle notizie, ma belle sul serio:
-Dopo mesi di dubbi e ansie varie ho preso finalmente un appuntamento dalla psicologa, per martedì. Ho deciso di ammetterlo, di smettere di nascondermi dietro i "E' solo un periodo, ricomincio a mangiare normale quando voglio!": ho un problema, un problema che mi sta rovinando la vita e da sola non ce la faccio. E mi sento molto meglio già per il fatto di averlo ammesso con me stessa.
-F. e io ci siamo messi insieme, piacere a una persona a cui io stessa tengo così tanto è una delle sensazioni più belle che io abbia mai provato insieme a quando mi ha detto che sono bellissima. Non sono mai stata così presa da qualcuno, al punto che sto facendo lo sforzo di non invischiare anche lui nelle mie infinite bugie: non ho mai inventato scuse per non uscire perché volevo abbuffarmi o avevo appena finito, non gli ho mai nemmeno rifilato la storiella dell' "ho già mangiato a casa" né nessun' altra.
In più sto riallacciando un po' di rapporti con i miei compagni di classe, insomma, sembra andare tutto alla grande apparentemente.
Il mio tarlo personale però sembra del tutto indifferente a queste novità e continua a rodermi, impedendomi di godermele appieno. Non riesco a seguire nessuna dieta perché non ce la faccio, non riesco proprio a riprendere il controllo e mi abbuffo sempre. Come se non sapessi che se mangiassi più o meno come una persona normale almeno smetterei di ingrassare, ma nossignore, io sono così: o tutto o niente, o perfezione o disastro. Il secondo mi viene particolarmente bene negli ultimi tempi devo dire. Il problema è che mi sento quasi rassegnata al fatto di abbuffarmi e aumentare di peso, non mi oppongo praticamente più. In fondo mi sembra di meritarlo, di meritare di soffrire perché non sono altro che un'incapace e una fallita. La verità è che i vetri rotti non si aggiustano, figuriamoci  le persone.





mercoledì 4 settembre 2013

Nobody said it was easy.

Ho cambiato la grafica del blog, tipico comportamento da "volto pagina e ricomincio da capo". Vediamo quanto durerà. Lunedì ho digiunato completamente, sì ho fatto malissimo ma avevo bisogno di sapere che ce la posso ancora fare nonostante tutto. Miracolo dei miracoli, ieri non mi sono abbuffata e volete sapere una cosa ancora più bella? In realtà sembra una cosa insignificante, ma per me ha voluto dire molto. La serata era partita malissimo, quando mi sono vestita per uscire ho messo un paio di pantaloni che fino a pochi mesi fa mi cadevano quasi da quanto erano larghi e ho scoperto che ora fatico a chiuderli. Ho combattuto l'istinto di chiudermi in casa ed evitare a tutti l'avvilente spettacolo di me stessa e  sono uscita. C'erano delle mie compagne di classe, c'era F.. A un certo punto eravamo in un locale e mi hanno offerto delle patatine. Ne ho prese un paio e ne ho chiesta io una terza. Ho addirittura preso da bere. Per qualche minuto mi ero dimenticata che avevo già finito le calorie della giornata, sono a dieta, sono grassa e devo dimagrire. Amo quei rarissimi momenti in cui sto così bene che mi dimentico del cibo e del peso, mi fanno sentire che un giorno ci riuscirò, mangerò quello che mi va, non mi abbufferò più e avrò tantissime cose più belle a cui dedicare i miei pensieri e la mia vita. Però quando sono tornata a casa ero spaventata, di solito è con questi sgarri piccolissimi che inizio le abbuffate. Ero già andata meccanicamente in cucina. E invece mi sono detta che no, anche se ero arrivata a 1300 kcal andava bene così, erano meglio che 3000, che ero stata brava e dovevo solo continuare in questo modo. Ho bevuto un bicchiere d'acqua e sono andata dritta a letto. Mi chiedo se un giorno non solo riuscirò a non abbuffarmi più, ma riuscirò anche a non desiderarlo nemmeno!

domenica 1 settembre 2013

In caduta libera.

Pensi sempre di avere toccato il fondo, poi scopri che le cose possono sempre andare peggio.
Pensi che sia brutto avere preso 3 chili, poi scopri che prenderne 4 è ancora peggio.
Pensi che sia brutto abbuffarsi due volte a settimana, poi scopri che farlo ogni singolo giorno è peggio.
Ho voglia di urlare. Dov'è finita la ragazza che si controllava perfettamente, ogni sera andava a letto sentendo la pancia vuota e ogni mattina vedeva sulla bilancia il traguardo che si avvicinava? Non mi sembra neanche più di essere io, era più di un anno che non aumentavo sensibilmente di peso, è un trauma che non sono in grado di affrontare. Questa settimana ero in vacanza con una mia amica, fino ad ora non mi ero mai abbuffata davanti a nessuno, per cui speravo che la sua presenza mi aiutasse a controllarmi. Ma ormai non so neanche cosa sia il controllo, dopo due giorni ho iniziato ad approfittare di qualunque momento in cui lei non era con me per mangiare. Scendeva al negozio sotto casa e quando tornava la tavoletta di cioccolata nel frigo era finita. Faceva la doccia e quando tornava il pacchetto dei biscotti era quasi vuoto. Sono arrivata a nascondere cibo in bagno, chiudermi dentro e aprire l'acqua o accendere il phon per mascherare il rumore della mia sconfitta.
Devo rialzarmi e non ci riesco. La gente non fa che farmi notare che sono ingrassata, non capiscono che non c'è niente al mondo che potrebbero dire per ferirmi di più. Non c'è insulto più grande che potrebbero farmi. La prima è stata proprio la mia amica, è stato orribile, ho pensato che le sarei scoppiata a piangere in faccia. E invece ho messo su la maschera, ho fatto finta che non mi importasse. Dentro urlavo. Chi non me lo dice esplicitamente mi fissa e rimane in silenzio, so benissimo cosa sta pensando ed è quasi brutto come se lo dicessero ad alta voce. Mi disprezzano e hanno ragione, farei meglio a nascondermi.