mercoledì 5 giugno 2013

Circostanze.

So che il rapporto con il cibo è solo una conseguenza del rapporto che ho con me stessa e non è da qui che dovrei partire. Purtroppo però è diventato una presenza sempre più costante e ingombrante nei miei pensieri e nelle mie azioni, quindi se devo parlare della mia vita devo parlare per forza anche di cibo. Come sono arrivata a questo punto?
Alle elementari ero una bambina magra, lo riconosco, e se ripenso a quegli anni non ricordo nemmeno cosa mangiassi, il cibo era l'ultima delle mie preoccupazioni. Amavo pane, pasta, pizza e biscotti e fin da piccolissima non toccavo praticamente frutta e verdura. Ovviamente complice lo sviluppo il mio peso iniziò a lievitare. Ma all'epoca non me ne preoccupavo, tutte le mie amiche erano anche più in carne di me e andai avanti per anni a mangiare, mangiare tanto e in ogni momento senza preoccupazioni.Tutta la mia famiglia è un po' dell'idea che più uno mangia, più è in salute e mi abituai a considerarmi sazia solo quanto veramente non avrei potuto mandare giù neppure un altro boccone. Pranzavo e dopo un'oretta gironzolavo di nuovo in cucina in cerca di merendine.
Iniziai le superiori: la mia scuola è il liceo più rinomato della città, ci sono tutti i figli delle famiglie più ricche e più in vista. In fondo avevo 14 anni ed ero già molto insicura, non c'è da stupirsi se qualcosa in me cominciò a vacillare alla vista di tutte quelle ragazze stupende, truccate, firmate da capo a piedi e soprattutto rigorosamente magrissime. Non ci sono ragazze sovrappeso nella mia scuola, o almeno non per molto. 
Nonostante tutto non è da qui che è cominciata. Ero molto a disagio ma non per i chili di troppo: mi sentivo fuori posto, avevo ottimi voti ma ero riservata e silenziosa e non riuscivo a fare amicizie, mi vedevo brutta  e mi vergognavo dei miei vestiti, essere grassa era solo l'ennesimo dei miei difetti. E poi non pensavo proprio di poterci fare qualcosa, il mio amore per il cibo era troppo forte e non concepivo l'idea di potermi limitare. Anzi, per lo stress delle interrogazioni e verifiche mangiavo ancora di più: i miei pomeriggi erano fatti di pianti, studio e pacchi di biscotti.
Poi successero due cose. 
1) La mia migliore amica cominciò a dimagrire a vista d'occhio. Mangiava quasi solo frutta e verdura, in quantità ridicole. La gente veniva a chiedermi se mangiava abbastanza e la scuola telefonò ai suoi genitori, ma intanto i suoi voti miglioravano sempre di più, i ragazzi facevano la fila per lei, usciva spesso e aveva moltissimi amici. Dopo qualche tempo le sue gambe non mi facevano più spavento ma invidia.
2) Iniziai a soffrire di mal di pancia terribili, che mi costringevano a correre in bagno ovunque mi trovassi. Test su test per allergie, intolleranze e malattie varie senza risultati e intanto quando dovevo uscire non mangiavo niente o quasi, per essere tranquilla, anche perché in quel periodo uscivo con un ragazzo. Da uno degli esami sembrava che fossi allergica al grano così lo eliminai. In breve iniziai a dimagrire parecchio.
Erano ormai arrivate le vacanze, il ragazzo mi aveva lasciato e non avevo più alcun motivo di trattenermi. In estate iniziarono le abbuffate serie: se dovevo uscire digiunavo quasi tutto il giorno e poi la notte, appena tornata, mangiavo tutto quello che trovavo in dispensa, senza rimorsi perché, pensavo, tanto ero magra ora, potevo permettermelo. Non uscivo poi così spesso e nei giorni comuni mangiavo da scoppiare senza problemi, com'era sempre stata mia abitudine. Finalmente un giorno di inizio settembre vidi le mie foto di un pomeriggio in piscina e mi resi conto della realtà: ero più grassa che mai.

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