giovedì 6 giugno 2013

Come tentare di migliorare la propria vita e fallire miseramente.

Quando mi resi conto di essere grassa decisi di colpo che così non potevo continuare. Il periodo in cui non avevo mangiato grano mi aveva fatto capire che ce la potevo fare a vivere anche senza tonnellate di carboidrati. Cercai informazioni su internet e iniziai quella che mi sembrava un'ottima dieta, con il minimo di calorie per non distruggere il metabolismo. Eppure per come ero abituata, per lo studio e lo sport che facevo soffrivo terribilmente la fame, senza contare che mettevo piede per la prima volta nell'universo dei grammi e delle calorie e attribuivo a tutti i cibi dei valori altissimi per paura di sottostimarli.
 Intanto come al solito continuavo a pretendere il massimo da me stessa in ogni campo. Iniziai a pesare tutto quello che potevo di nascosto dai miei, e facevo i calcoli con la mia solita precisione maniacale: se per errore sgarravo, anche di 10, 20 kcal era finita: ormai la giornata era rovinata e mi abbuffavo per il resto della giornata, di tutto quello che trovavo. Cercavo in ogni modo di trovarmi da sola in casa, o comunque di tenere lontani gli altri dalla cucina; nell'attesa smaniavo, ero come eccitata, odiavo tutti quelli che avevo intorno perché non se ne andavano impedendomi di fare quello che volevo: abbuffarmi. Mangiavo tutti i cibi che mi negavo di solito: biscotti, merendine, grissini, focacce, formaggi...dolce e salato mescolato, cose cotte, crude, semicongelate. Andavo a fare la spesa di nascosto per comprare pacchi di schifezze con cui continuare l'abbuffata. Arrivai a tirar fuori cibo dal bidone e mangiarlo. Mangiavo senza controllo, 7000 calorie e più, andavo avanti anche per ore, finché non riuscivo a stare dritta dai crampi e il mio stomaco passava dall'implorar pietà al minacciare di buttare fuori tutto.
Ovviamente dopo mi sentivo in colpa, sporca, schifosa e seguivano pianti davanti allo specchio, notti insonni di dolori e promesse che era l'ultima volta, l'ultima davvero. Ma non lo era mai e all'abbuffata seguiva il digiuno per compensare e poi un'abbuffata per compensare il digiuno. Poi c'erano periodi in cui seguivo la dieta che mi ero prefissata, così in un modo o nell'altro dimagrivo e raggiunsi il peso che pensavo di volere: ero lontana anni luce dal piacermi e continuai. Un mese dopo l'altro sono ancora qua, con il pensiero fisso a pianificare quanto, quando e cosa mangio, che mi guardo allo specchio e non mi sembro mai magra abbastanza e mi dico che devo perdere altri chili, perché quando ce l'avrò fatta finalmente tutto andrà a posto, gli altri inizieranno a volermi bene e la mia vita sarà perfetta. Lo so che non è vero, lo so che a nessuno importa se arrivo a 40 chili o a 35 o a 2 e non cambierà assolutamente niente, lo so eppure continuo ad agire come se non lo sapessi.











1 commento:

  1. La tua storia è toccante e scrivi in un modo chiaro e bello, che mi piace tanto. Mi ritrovo in molti tuoi ricordi.
    Un abbraccio

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