sabato 15 giugno 2013

Nice work you did, you're gonna go far kid.

Non ho voglia di parlare dell'altro giorno, né del compleanno di ieri sera, di come è andata a finire. Era scontato, avrei potuto descrivere perfettamente come sarebbe andata già nel momento in cui mi hanno invitato, è uno schema che si è ripetuto sempre uguale mille volte, ad ogni occasione in cui sono stata costretta a mangiare in compagnia a buffet o comunque senza poter ordinare esattamente quello che volevo mangiare e limitarmi a quello. Le cose vanno così:

- Appena arriviamo nel  locale, ristorante, posto che sia, tutti si buttano immediatamente sul mangiare, neanche fossero digiuni da anni e iniziano a riempirsi i piatti all'inverosimile. Di solito è pieno di quelle cose ipermegacaloriche che adoro ma non tocco più, se non quando mi abbuffo. Oltretutto, sapendo di dover mangiare fuori, sono rimasta a digiuno o quasi per almeno una giornata per limitare i danni, quindi con la fame che ho divorerei tutto, ma mi faccio forza e cerco disperatamente qualcosa di poco calorico, che possibilmente sia anche di grosse dimensioni, in modo da dare l'impressione di avere anch'io un bel piatto pieno.
-Generalmente niente risponde ai miei requisiti e mentre sto lottando con una parte di me che mi urla dentro la testa "nonmangiarlononmangiarlononmangiarlo" per riuscire a infilare in bocca la tortina/focaccia/pizzetta che normalmente non toccherei neanche morta, devo anche sorbirmi le frecciatine sarcastiche delle mie compagne su quanto poco mangio, sono anoressica e così via.
-Resisto eroicamente all'impulso di sbattergli il piatto in faccia, fingo di ridere e stare allo scherzo e poi mentre loro si ingozzano allegramente chiacchierando e ridendo io rimango in silenzio, a testa bassa, mentre la mia mente cerca di calcolare freneticamente le calorie di quello che sto mangiando.
-Non so dirlo con esattezza, inizio a immaginare numeri enormi, la disperazione sale, inizio a immaginare di scostare gli altri a spintoni e iniziare a farmi fuori tutto abbuffandomi senza controllo davanti agli sguardi sconcertati di tutti.
-Resisto ancora, rifiuto gentilmente tutto quello che posso, evito il dolce con una smorfia educata "C'è troppa panna, non mi piace molto". Rido di me stessa e mi chiedo quando mai un dolce possa aver avuto "troppa panna". Penso a quanto ci metterei a finire tutta la torta da sola. Se si brinda rovescio il bicchiere da qualche parte.
A questo punto si torna a casa e mi rendo conto che non ho praticamente aperto bocca per tutta la sera, sono rimasta in disparte tutto il tempo, presa dalle mie mille paranoie. Qui ci sono due possibili epiloghi
a) riesco a convincermi che con il cibo non è andata così male, che sono stata brava a trattenermi
b) non riesco a convincermi e mi abbuffo di cose a caso fino a star male




2 commenti:

  1. posso capire quando parli di abbuffate..
    ci sono dentro..
    è un incubo reale..


    se vuoi passa da me

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    1. Infatti ne ho parlato anche in altri post, per me sono devastanti, sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico

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